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Auto acquistata all’estero, adempimenti e normative

Acquistare una auto fuori dal confine nazionale, come si fa con la burocrazia?

Targa provvisoria

Probabilmente ci saranno motivi legati al risparmio in termini di spesa, ma non è certo raro che molti italiani, da Nord a Sud spesso vanno a comperare una auto oltre frontiera, magari in Germania. 

Ma non è solo in territorio teutonico che gli italiani, sia privati cittadini che imprenditori del business delle auto usate, usano attingere auto. Naturalmente con la liberalizzazione, specie in territorio UE, la libera circolazione dei cittadini ha ampliato una tendenza che è dagli anni 80 che è largamente diffusa. 

Il meltin pot in cui si vive poi, fa il suo, perché Romania, ma anche Bulgaria, oltre ai classici Germania, Francia e Svizzera sono Paesi dove spesso gli italiani trovano convenienza a comperare auto. 

Ma comperare l’auto all’estero e importarla in Italia prevede degli adempimenti burocratici e delle spese da sostenere. Sono quelle utili a munire il  veicolo di targa italiana che, soprattutto dall’entrata in vigore del decreto sicurezza di Salvini, è obbligatorio decorso un determinato periodo di tempo. 

Auto importata, come si fa a regolarizzarla in Italia?

Due cose vanno fatte quando si compra una auto e riguarda l’immatricolazione dello stesso alla Motorizzazione Civile e l’iscrizione presso il Pubblico Registro Automobilistico (PRA).Per i veicoli di provenienza estera nulla cambia se questo è usato o nuovo di fabbrica.

Pra e Motorizzazione Civile devono essere i passaggi obbligati come sempre. Come abbiamo detto, sovente sono gli imprenditori del mercato auto usate ad attingere spesso al mercato estero dei veicoli. 

Nel settore si parla di mercato parallelo perché si tratta di un mercato che inevitabilmente non fa parte della rete ufficiale di vendita delle case costruttrici. Importare una auto dall’estero però, presuppone un primo controllo preventivo sull’auto dal momento che  l’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile verifica che il veicolo sia idoneo dal punto di vista della documentazione tecnica e della regolarità degli adempimenti fiscali.

Solo dopo questo preliminare di controllo il soggetto interessato può chiedere che l’auto venga immatricolata alla Motorizzazione Civile e iscritta nel nostro Pubblico Registro Automobilistico. 

Cosa cambia tra veicolo di provenienza UE o extra UE

Come abbiamo sottolineato in premessa, ormai le auto estere provengono tanto dal circuito dell’Unione Europea che da quello extracomunitario. Ma esistono differenze sostanziali in materia, perché una cosa è importare un veicolo da un Paese straniero, ma comunitario ed una cosa è farlo da un Paese non UE. 

Quando si acquista un veicolo proveniente da un Paese dell’Unione Europea (UE), il primo passo è quello del passaggio allo Sportello Telematico dell’Automobilista. In questo caso occorre distinguere tra autoveicolo nuovo o usato. Nel primo caso, dal punto di vista della documentazione va presentato:

L’istanza unificata per l’immatricolazione all’Ufficio della Motorizzazione Civile e l’iscrizione al PRA;

  • L’istanza sostitutiva del canonico atto di vendita da parte dell’acquirente;
  • Fotocopia di un documento di riconoscimento dell’acquirente;
  • Tradizione certificata da Consolato di qualsiasi documento redatto in lingua differente da quella italiana;
  • Fotocopia del codice fiscale dell’acquirente;
  • Dichiarazione di conformità o certificato di conformità europeo;
  • Certificato di omologazione italiana o certificato di conformità europeo accompagnato dalla dichiarazione di immatricolazione della casa costruttrice;
  • Eventuale copia del permesso di soggiorno in corso di validità per acquirenti extracomunitari (o copia del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo).

Questa documentazione va implementata nel caso in cui l’acquisto riguardi un veicolo di seconda mano, cioè usato. Occorre infatti aggiungere:

  • La carta di circolazione estera;
  • Eventuale fotocopia della carta di circolazione per acquirenti residenti in Italia ma extracomunitari.

Importazione veicoli dall’estero, quali i costi?

Dal punto di vista dei costi da sostenere quando si importa un veicolo dall’estero va detto che bisogna considerare:

  • 27 euro come emolumenti ACI;
  • 32 euro per UI;
  • 32 euro per rilascio DU;
  • 10,20 euro diritti Dipartimento Trasporti Terrestri (DTT);
  • Spese postali;
  • Spese rilascio targa variabili in base al veicolo importato.

A questi costi che possono essere considerati fissi vanno aggiunti i costi relativi alle tariffe delle Agenzie di Pratiche Automobilistiche o delle delegazioni dell’Automobile Club Italia se ci si rivolge a loro per l’aiuto nell’espletamento della procedura e non si usa il fai da te. 

Presentazione diretta alla Motorizzazione per veicoli di provenienza extra Europea

Lo Sportello Telematico dell’Automobilista non può essere usato se il veicolo acquistato è proveniente da un Paese esterno alla Comunità Europea. Per veicoli di provenienza extracomunitaria le richieste di immatricolazione e quelle di registrazione al PRA vanno effettuate direttamente agli uffici pubblici di competenza.

Pertanto, primo passaggio obbligatorio all’ufficio provinciale della Motorizzazione e poi, entro il canonico termine dei sessanta giorni dalla data di effettivo rilascio della carta di circolazione, il passaggio al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

In questi casi i modelli da utilizzare sono quelli predisposti dagli stessi uffici. Il modello NP2D è quello per l’iscrizione al PRA a cui vanno allegati:

  • Copia codice fiscale acquirente;
  • Copia carta di identità acquirente;
  • Dichiarazione di proprietà dell’interessato o dichiarazione di vendita del veicolo se l’intestatario del veicolo è diverso da quello sulla carta di circolazione estera;
  • Eventuali traduzioni certificate e conformi da parte di rappresentanza diplomatica o consolare;
  • Eventuale permesso di soggiorno o titolo equivalente per cittadini residenti in Italia ma extracomunitari.

Targa straniera le regole da non trasgredire

Una cosa che bisogna sottolineare è che specie per veicoli usati già targati all’estero, la normativa vigente stabilisce che essi non possono circolare liberamente in Italia per un periodo superiore a 60 giorni se il guidatore risulta residente nel territorio della Penisola per lo stesso periodo di tempo.

Per questo è evidente che una volta acquistato il veicolo occorre provvedere a immatricolarlo in Italia in base alle procedure che precedentemente abbiamo provveduto ad illustrare. quindi, acquistare un veicolo all’estero e circolare con la targa straniera può essere fatto solo per un breve lasso di tempo in attesa che poi si provveda ad espletare le pratiche in territorio Italiano.

Importazione veicoli dall’estero, quali i costi?

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