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Fringe benefit auto aziendale: resta il caos

Il peso del fisco su questo emolumento retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti

Fringe benefit auto aziendale resta il caos

Fra i benefit più apprezzati dai dipendenti, c’è la vettura. Parliamo del fringe benefit auto aziendale. Infatti, l’azienda prende a noleggio una flotta da una società, versa i canoni mensili, dà il veicolo al soggetto che lavora alle proprie dipendenze. Ecco perché il fringe benefit è emolumento retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti: a seconda del livello, ognuno avrà una certa tipologia di macchina. Quindi, tendenzialmente più costosa per i dirigenti, e poi a scendere per i quadri e per le altre categorie. Purtroppo, però, in Italia abbiamo il problema della tassazione sul fringe benefit auto aziendale.

Infatti, le auto aziendali prevedono una tassa a carico del lavoratore. Come si calcola? In percentuale sul costo chilometrico annuo previsto dall’Aci a seconda del modello. Trattasi di una stima di quanto l’auto viene usata per usi privati.

Ma ecco il guaio. Facciamo un passo indietro, al 30 giugno 2020. La tassa a carico del dipendente era del 30%. Quindi, dal 1° luglio 2020, si paga la tassa in base alle emissioni di anidride carbonica. Mossa a nostro giudizio penalizzante per il settore del noleggio lungo termine aziendale. Vediamo: 25% per le auto con CO2 fra 0 e 60 g/km. Poi il 30% per quelle con CO2 fra 61 e 160 g/km. Quindi il 40% per quelle fra 161 e 190 g/km. Addirittura al 50% per quelle con più di 190 g/km. 

In ballo, la famigerata CO2, ossia l’anidride carbonica, che altera il clima. Pur non essendo un inquinante diretto. Così, almeno nelle intenzioni del legislatore, più CO2, più alteri il clima, più paghi le tasse.

Dal 1° gennaio 2021, per emissioni fra 161 e 190 g/km, il 50% di tasse. Più di 90 g/km? Perfino il 60%. 

Fringe benefit auto aziendale resta il caos

Fringe benefit auto aziendale: la questione fisco

Abbiamo non ultimo un bel terzo problema. Tuttora la tassa è sul ciclo di omologazione Nedc. Ma, dal 1° gennaio 2021, c’è la procedura di omologazione europea Wltp: più realistici.  Risultato: CO2 più alta. Allora cosa fanno le aziende? Non si rinnova la flotta, così da evitare stangate in fatto di tasse.

Sono normative diaboliche che fanno andare il Paese indietro, anziché avanti. Il noleggio lungo termine andrebbe incentivato. Specie quello delle auto elettriche. Per una normale crescita della nazione, visto che eravamo e siamo un Paese industrializzato. Invece, con la tassazione sul fringe benefit auto aziendale, e con la mancata conversione fra i due cicli di omologazione, si fa retromarcia. La decrescita infelice.

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