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Stellantis: sindacati convocati il 15 aprile tra incertezze e problemi

Gli stabilimenti italiani di Stellantis attendono risposte: l’incontro con Tavares di metà aprile dovrà rispondere a parecchi quesiti

Jeep Compass stabilmento Melfi

Nonostante gli ottimi dati registrati a febbraio in relazione alle vendite e conseguenti immatricolazioni della Nuova 500 Elettrica, pare che i volumi attuali non rappresentino le attese previste da Fiat: oggi infatti Fiat produce 210 500 Elettriche al giorno, contro le 300 ragionate inizialmente, decisamente lontane anche dal dato produttivo che fissava in 70mila le Nuove 500 Elettriche da realizzare ogni anno. Bisogna quindi comprendere quale sarà la manovra che Stellantis vorrà applicare per risolvere questa ed altre problematiche proposte dai sindacati che Carlos Tavares incontrerà il prossimo 15 aprile, a seguito di una loro esplicita richiesta.

C’è quindi qualche avvisaglia di ovvia preoccupazione, sebbene i vincoli occupazionali in Italia pare rimangano comunque garantiti anche in accordo con il prestito statale da 6,3 miliardi concesso dal Governo ad FCA Italia. Una condizione ripresa dal responsabile del comparto auto di FIOM – CGIL, Michele De Palma: “Stellantis sta già operando unilateralmente una riduzione dei costi che sta determinando cambiamenti sulla condizione di lavoro ed effetti sui lavoratori dei servizi. Ma il problema principale è l’aumento delle giornate di cassa integrazione, non solo per l’andamento sul mercato dell’auto in Europa, ma anche per l’assenza di modelli ad alimentazione ecosostenibile frutto della mancanza di investimenti del piano in corso”. L’impatto che l’elettrificazione avrà sugli stabilimenti non è ancora particolarmente chiaro e i dubbi si insinuano a Pratola Serra e alla VM di Cento: due stabilimenti dove si producono motori e dal futuro che potrebbe apparire incerto.

Oggi gli stabilimenti italiani ex FCA possiedono livelli di produttività sensibilmente inferiori rispetto a quelli di PSA francesi per la cronica mancanza di nuovi modelli da produrre e sui quali puntare. L’esempio più lampante è rappresentato purtroppo da Alfa Romeo che conduce lo stabilimento di Cassino ad una capacità produttiva ridotta al minimo. Le future scelte di Tavares, in tal senso, potrebbero risultare seriamente decisive. L’incertezza è tanta.

Spazio alle tante incertezze

In accordo con queste considerazioni, l’incontro con i sindacati di metà aprile potrebbe aprire la strada ad un confronto leale e corretto capace di ragionare su un futuro certo e lontano dai valori attuali. Le difficoltà di queste condizioni contribuisce all’incertezza; bisognerà quindi imboccare la strada giusta e praticare una corretta reazione ad una condizione di improbabili vedute.

Difficoltà si ravvisano anche presso lo stabilimento di Melfi dove si producono le Fiat 500X, ma anche le Jeep Renegade e Compass: qui la promessa di praticare un valido incremento produttivo è migrata in breve tempo in un importante periodo di cassa integrazione esteso addirittura fino al maggio prossimo. sulla questione si è espressa la UGL Metalmeccanici che ha ammesso come “negli ultimi tempi grosse preoccupazioni sono sorte tra i lavoratori per il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali nella fabbrica a causa del calo della produzione, sebbene il calo sia dovuto ad una diminuzione delle vendite a livello globale delle auto prodotte in Italia. Proprio per questo motivo già da tempo chiedevamo di conoscere il futuro degli stabilimenti Italiani e nello specifico per il sito di Melfi, alla mancata partenza della terza squadra sulle produzioni ibride dei modelli Renegade e Compass”.

L’importanza dell’incontro fra Carlos Tavares e i sindacati è stata sottolineata anche dalla FIM Campania che vuole tutelare i livelli occupazionali degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e Pratola Serra. I futuri tagli per un valore di circa 5 miliardi in tema di spese potrebbe essere, secondo loro, il primo passo praticato da Stellantis: “per noi della FIM-CISL Campania il focus resta la salvaguardia del lavoro soprattutto nella nostra regione con lo sviluppo industriale dei siti di Pomigliano che occupa circa 4.376 lavoratori e Pratola Serra con 1.729 lavoratori oltre gli indotti e la capacita’ del gruppo di stare dentro queste grandi trasformazioni accelerando la messa in produzione dell’Alfa Romeo Tonale e nuovo motore Ducato, ragionando gia’ da subito su nuovi prodotti per consentire la piena occupazione e uscire dal guado degli ammortizzatori sociali”, ha ammesso Raffaele Apetino, segretario generale FIM-CISL Campania. “È necessario tenere un confronto costantemente aperto con l’azienda, che metta al centro della discussione, una strategia di integrazione e valorizzazione dei lavoratori di FCA, ora Stellantis, che hanno elevate competenze e degli stabilimenti campani tra i migliori del Gruppo in termini di tecnologia e organizzazione del lavoro. Stellantis dovrà mettere in campo una strategia industriale che, nel medio lungo periodo, non passi esclusivamente per il taglio dei costi generali ma si concentri sul lancio di nuovi modelli che siano in grado di garantire certezze per il futuro dei siti campani in un contesto di instabilità del mercato europeo dell’auto”, ha concluso.

Il Piano Italia di FCA al momento sembra un ricordo visto che la realtà dei fatti esula dall’essere quella proposta. Il set di argomenti di cui discutere a metà aprile è piuttosto corposo, ma bisogna fornire una direzione certa e concreta. Una volta per tutte.

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