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Multe tramite PEC: invio, notifica e mancato arrivo, ecco le regole

Le multe arrivano anche tramite Posta elettronica certificata ed hanno piena validità.

multe via pec

Anche le multe che molti contribuenti prendono, soprattutto quando si parla di infrazioni al Codice della Strada, si sono adeguate alla tecnologia. Ormai si parla di verbali elettronici nel senso che le multe per infrazioni alle norme previste dal Codice della Strada arrivano al trasgressore via PEC.

Naturalmente non tutte e non per tutti, dal momento che solo il trasgressore che ha un indirizzo di Posta elettronica certificata può ricevere il verbale con questa formula. Fatto sta che dal 18 dicembre 2017, il Viminale ha introdotto questa novità che sta sempre più diffondendosi in questi anni.

Ma come funziona nello specifico la notifica e il recapito delle contravvenzioni tramite Posta elettronica certificata? In questo articolo cercheremo di approfondire l’argomento soprattutto dal punto di vista normativo e legale.

Multe, dal postino alla PEC

È stato il Ministero dell’interno quindi, sul finire del 2017, ad introdurre una delle più importanti novità in materia contravvenzioni per violazioni delle regole dettate dal Codice della Strada. Un provvedimento che ha introdotto la possibilità per i contribuenti italiani di vedersi recapitare le multe direttamente sul PC, al proprio indirizzo di Posta elettronica certificata.

Una alternativa al normale recapito tramite Poste Italiane e attraverso il classico portalettere, che tra le altre cose resta pienamente in funzione e può intervenire recapitando la multa alla vecchia maniera nel caso in cui il recapito elettronico non vada a buon fine.

PEC, la nuova frontiera degli atti

Le multe non sono certo l’unica cosa che i contribuenti ricevono via PEC, perché ormai sono tanti gli atti che tramite la nuova modalità di invio telematico, arrivano a casa dei contribuenti.

La PEC è il sistema di trasmissione digitale di lettere, atti e documenti, regolamentato dalla legge, che da a questa fattispecie di trasmissione anche una validità legale. Una novità votata a rendere più snelli, più veloci e più economici i recapiti degli atti, comprese le nostre multe per infrazioni al Codice della Strada.

L’utilizzo della trasmissione via PEC non ha limitazioni di utenze, nel senso che può riguardare tutti, dal privato cittadino alla Partita Iva, dalle associazioni alle imprese. Naturalmente la struttura prevede che per il buon fine dell’invio e per rendere legale recapito e ricezione, sia il mittente che il destinatario dell’invio, siano muniti di indirizzo di Posta elettronica certificata.

In pratica, dando per scontato che l’Ente che invia la multa utilizzi un indirizzo PEC, è necessario che anche il contribuente ne abbia uno valido. La casella di Posta elettronica certificata infatti, per la valenza dell’atto, non può i nessun caso essere sostituita dalla casella di posta elettronica normale, cioè la classica email.

Come funziona la PEC

La differenza tra email classica e via PEC sta nel fatto che invio e ricezione sono monitorati e vidimati dal cosiddetto gestire della Posta elettronica certificata. Una volta scritto il messaggio e inseriti gli allegati (nel caso della multa stradale, il verbale e il bollettino per pagare), il gestire PEC (il provider del servizio) crea una specie di busta esterna alla PEC stessa, con messaggio e allegati annessi.

La busta viene inviata telematicamente al destinatario con ricevuta di accettazione, che di fatto sostituisce la ricevuta di ritorno della Posta cartacea. Nel caso di invio riuscito, alla ricevuta di accettazione da seguito la ricevuta di avvenuta consegna che sempre il provider del servizio, invia al mittente della mail. Tutto assolutamente in tempo reale, perché se emergono problemi di consegna, al mittente viene comunque recapitata la ricevuta di mancata consegna.

Le multe via PEC, la procedura

Tornando alle multe relative alla circolazione stradale, per sfruttare i vantaggi della comunicazione PEC occorre che all’atto della contestazione della infrazione, da cui scaturisce la contravvenzione, il trasgressore comunichi agli organi accertatori il proprio indirizzo di Posta elettronica certificata.

Solo così si potrà ricevere nella casella di Posta elettronica certificata la multa e la sua relativa notifica, che avrà valenza di atto amministrativo dal momento che la multa verrà recapitata con la dicitura “atto amministrativo relativo ad una sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada”.

E nell’atto non mancherà nulla dal momento che ci saranno tutti i classici dati che in genere vengono inseriti in un atto cartaceo. Pertanto, verrà riportato il nome dell’amministrazione che ha spedito l’atto, il numero di protocollo, il nome del responsabile del procedimento o quello degli agenti accertatori dell’infrazione, la data dell’infrazione e gli elementi legali utili ad eventuali ricorsi e reclami. In pratica, un recapito ufficiale a tutti gli effetti con tutti i documenti allegati, anche in file digitali, che devono avere anche la firma elettronica.

La notifica così inviata verrà considerata spedita nel momento in cui il gestore PEC  andrà a generare la ricevuta di accettazione, mentre allo stesso tempo la notifica si riterrà recapitata nel momento in cui lo stesso gestore andrà a generare la ricevuta di avvenuta consegna. Questo passaggio è fondamentale perché una volta completata la procedura, la notifica avrà valenza legale a prescindere che il destinatario apra o meno la mail e ne legga il contenuto compresi gli allegati.

Solo nel caso in cui ci siano problemi nel generare le due ricevute, il destinatario potrà essere giustificabile asserendo di non aver ricevuto la comunicazione. In questo caso però, come detto in precedenza, se il sistema produce esito negativo dell’invio, la multa verrà spedita in forma cartacea e tramite Poste Italiane e raccomandata con ricevuta di ritorno, naturalmente addebitando il costo della comunicazione alla vecchia maniera, al destinatario.

In capo alle Forze dell’Ordine e alle amministrazioni che si occupano di queste cose, c’è il potere di provvedere a consultare le banche dati per trovare un indirizzo PEC a nome del trasgressore. Questo è molto importante soprattutto per le multe per le infrazioni del Codice della Strada che come si sa, possono essere notificate non solo al trasgressore, nonché conducente del veicolo al momento dell’infrazione,  ma anche al proprietario del veicolo, anche se quest’ultimo non era presente al momento della violazione del Codice della Strada.

Il proprietario del veicolo in materia di multe stradali infatti, resta sempre obbligato in solido con il conducente che ha violato una o più norme previste dalle regole della circolazione stradale.

 

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