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Stellantis, interrogativi su sinergie e piattaforme condivise

Gli interrogativi sul futuro di Stellantis sono ancora destinatari di risposte che arriveranno nei prossimi mesi

Stellantis
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Stanno per cominciare le sfide da affrontare in casa Stellantis. Il nuovo “super” gruppo formalizzato con la fusione tra FCA e PSA fornisce infatti la base necessaria alla concretizzazione di nuove sfide per fissare al meglio quella posizione di gruppo posto fra i leader nel comparto automotive a livello mondiale.

Per l’arrivo del primo piano industriale condiviso bisognerà attendere l’autunno, sebbene alcune prime linee guida dovrebbe arrivare già durante l’estate o forse anche prima. Carlos Tavares ha tanta carne al fuoco da tenere a bada per evitare il rischio di bruciature più o meno marcate. La gestione di quindici marchi differenti non sarà semplice, ma si potrà mantenere l’indirizzo specifico di ciascuno dei brand posti all’interno del parterre Stellantis provando a risollevare le sorti di alcune situazioni al limite per scongiurare gli eventuali rischi di chiusura. Se l’Europa rimane chiaramente il mercato dominante anche all’interno del nuovo assetto societario, c’è la non celata volontà di espandere le mire verso la Cina e consolidare maggiormente la presenza in America di brand finora poco avvezzi al mercato d’Oltreoceano puntando chiaramente anche all’elettrificazione che comincia a fornire numeri interessanti.

Sinergie e piattaforme

Alla base dell’accordo, come è noto, c’è la possibilità di mettere in pratica sinergie del valore di circa 5 miliardi di euro l’anno. Ma un nodo fondamentale è rappresentato dalla condivisione delle piattaforme che tanto preoccupa la filiera, soprattutto quella italiana. In ogni caso, come già ripetuto più volte, Stellantis non dovrebbe introdurre licenziamenti o chiusure di stabilimenti. Perlomeno la linea iniziale è questa. Ma le preoccupazioni sono tante e i sindacati cercano risposte che potrebbero arrivare anche dagli incontri chiesti proprio a Tavares.

Carlos Tavares

Se le sinergie e l’utilizzo condiviso delle piattaforme rappresentano i due capisaldi della fusione, si può dire che magari il grosso ritardo accumulato dalla Tonale potrebbe portare persino ad un’eventuale rimodulazione dei programmi. Nel senso che il futuro SUV del Biscione, previsto ormai pare per metà 2021 inizio 2022, potrebbe basarsi sulla piattaforma EMP2 di PSA che rappresenta un prodotto dalla versatilità enorme visto che viene utilizzata da Peugeot, Citroen e DS sia su berline, che su crossover e SUV. Ne deriverebbe, in questo caso, un concreto abbandono della realizzazione iniziale basata sulla piattaforma Small Wide utilizzata da Jeep per Renegade e Compass 4xe. L’unica certezza per il momento risiede nel B-SUV che sarà prodotto in Polonia che in quel caso sarà certamente prodotto utilizzando una piattaforma PSA, ovvero la nota CMP.

Dal punto di vista dello sfruttamento delle piattaforme di FCA, una concreta base sinergica potrebbe essere affidata alla piattaforma Small di FCA ovvero quella che ha posto le basi per la Nuova 500 Elettrica. Grazie alla Small, in casa PSA si potrebbe pensare ad una piccola citycar completamente elettrica che sfrutterebbe anche in questo caso una base ben consolidata. Che la Concept Centoventi costituirà l’effettiva base di partenza per la futura Panda elettrica pare certo, non è però chiaro se anche in questo caso FCA potrebbe fornire un prodotto rivoluzionario come la Centoventi da utilizzare come base per future vetture a marchio PSA.

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