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Stellantis: ecco tutti i punti da tenere in considerazione

Il nuovo asset proposto dalla fusione tra FCA e PSA dovrà tenere conto di una serie di fattori molto importanti, ecco quali

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La fusione tra FCA e PSA è entrata decisamente nel vivo con le approvazioni totali di ieri. Ma bisognerà comunque attendere il 16 gennaio per la concretizzazione definitiva. È così che Carlos Tavares, CEO di Stellantis, dovrà chiaramente risolvere un set di eventuali problematiche che dovranno essere affrontate di pari passo.

I quindici marchi posti sotto l’egida di Stellantis sono parecchi e i 400mila dipendenti complessivi non possono chiaramente essere messi da parte e chiedono anche ovvie garanzie. I numeri sono importanti e vanno gestiti con attenzione.

Serve cautela

Serve quindi una necessaria cautela visto che la gestione razionale e propensa all’ottimizzazione dei costi potrebbe condurre a più di qualche spauracchio. Si è più volte detto che Stellantis non ha intenzione di pensionare anticipatamente alcuni marchi che non possiedono comunque un appeal così elevato, si è detto anche che in Italia non sono previste chiusure di stabilimenti e conseguenti licenziamenti. Situazione opposta in Francia, dove spesso si è parlato dell’eventualità dei licenziamenti mai del tutto esclusi.

Dal punto di vista dei sindacati la fusione tra FCA e PSA è stata accolta con grande entusiasmo e senza particolari timori. C’è piuttosto bisogno di rassicurazioni, giustamente più che ovvie. Non è un caso che la FIOM Automotive, tramite il suo responsabile Michele De Palma, ha ammesso che “la fusione tra PSA e FCA è un’opportunità, ma per l’Italia vi sono molti interrogativi aperti. Ci hanno rassicurato che i siti non chiuderanno ma la maggior parte delle fabbriche FCA resta in cassa di integrazione. Se il governo non aprirà un confronto ci mobiliteremo”. Altre sigle sindacali, come la FIM Cisl, hanno richiesto “un incontro con Tavares per conoscere il suo piano industriale, per affrontare positivamente i cambiamenti senza mettere in pericolo i posti di lavoro”.

A fornire dosi più elevate di preoccupazione sono i fornitori e la filiera italiana di cui abbiamo parlato già diverse volte. I necessari dubbi sono legati al futuro utilizzo condiviso della piattaforma CMP ma soprattutto anche agli spostamenti per i futuri modelli elettrici verso la Polonia. Ma in entrambi i casi sono sempre state diramate delle ovvie rassicurazioni. Col piano industriale di fine mese dovrebbe essere tutto più chiaro, anche nell’ottica di una rimodulazione dei tanti marchi che compongono la nuova galassia a marchio Stellantis.

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