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Autovelox non tarati: la Cassazione stanga i Comuni

Gli ermellini confermano che i Comuni devono dimostrare la taratura dello strumento

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Rivoluzione sugli autovelox non tarati: la Cassazione (sentenza 10464 depositata il 3 giugno scorso) ribadisce che un concetto semplice, ma che i Comuni sono restii ad assimilare. Ogni autovelox va tarato almeno una volta l’anno; la taratura va dimostrata. Non basta esibire il verbale che indica la taratura. Così, se l’automobilista fa ricorso al Giudice di Pace, questi chiederà al Comune di esibire il certificato di taratura: se manca, la multa è nulla.

Autovelox non tarati: si parte dalla Corte costituzionale

Tutto ha inizio con la presa di posizione della Corte costituzionale che costringe i Comuni a correre ai ripari: stop agli autovelox non tarati. Fissi e mobili. Quindi stop alle multe a chi rispettava il limite; o, viceversa, fine della impunità di chi corre oltre il limite e non viene punito. Lo dice la sentenza 113 del 2015.

Non è sufficiente l’omologazione dell’autovelox, e neppure che la multa spieghi come tutto sia in ordine in fatto di taratura: spetterà al Comune produrre in sede di giudizio il certificato di taratura.

Rispettare le modalità di installazione e di impiego previste nei manuali d’uso non esclude la necessità di un controllo periodico finalizzato alla taratura dello strumento di misura. Idem se non espressamente richiesto dal costruttore nel manuale d’uso depositato presso il ministero dei Trasporti.

Non basta un sistema di autodiagnosi dei guasti che avvisano l’operatore del cattivo funzionamento dell’autovelox. Serve il mantenimento nel tempo dell’affidabilità metrologica delle apparecchiature, soggette a obsolescenza e deterioramento.

Due possibilità per fare ricorso contro la multa

Se pensate che l’autovelox funzioni male, potete fare ricorso gratuitamente al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica della sanzione a casa: perdendo, paghereste il doppio.

In alternativa, potete fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni, spendendo 43 euro di tassa allo Stato: se si perde, multa confermata.

In un caso e nell’altro, ci si rivolge alla Prefettura e al magistrato competente per il Comune: se abiti a Palermo e ti hanno multato a Milano, fai ricorsi a Milano, per capirci.

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