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Legge bilancio 2020: 5 novità per l’auto

Dal 1° gennaio 2020, ecco le novità per chi ha una macchina: sono norme definitive

È fatta. Il 23 dicembre 2019, la Camera ha approvato in via definitiva la legge bilancio 2020. In generale, stando al Governo, ci saranno meno tasse per i lavoratori. E, dice l’Esecutivo, più soldi per le famiglie nonché incentivi per le imprese. Poi, risorse a Comuni, vigili del fuoco, sanità. Il tutto, sostiene la maggioranza, all’insegna di crescita, sostenibilità, ambiente, welfare, lotta all’evasione fiscale. Più specificamente, per l’auto, sono 5 le novità.

1) Legge bilancio 2020: monopattini elettrici come le bici

I monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità definiti dal decreto del ministro dei trasporti 4 giugno 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 162 del 12 luglio 2019, sono equiparati ai velocipedi. Ossia alle bici. Quindi, i monopattini elettrici potranno circolare su strada e sulle piste ciclabili. E potranno essere guidati senza nessuna formalità. Resta il vincolo del limite di potenza: massimo 500 W. Solo i monopattini elettrici, comunque. Non i segway, gli hoverboard e i monowheel. Il tutto si sovrappone al decreto sulla sperimentazione della micromobilità elettrica. In che modo, ce lo diranno le circolari ministeriali. Pertanto abbiamo un decreto sulla micromobilità, alcuni Comuni che aderiscono al test, più la legge stabilità 2020 che si sovrappone al decreto e ai test. Previsioni sugli incidenti non se ne possono fare. Si può dire sin da subito che, in caso di sinistro, l’origine andrà anche cercata nel caos normativo. Oggi, comunque, le multe a chi in bici va sui marciapiedi (cosa vietata e pericolosa) sono pochissime. Se sarà così anche i monopattini elettrici, dopo la legge bilancio 2020 in vigore dal 1° gennaio 2012, ne vedremo delle brutte.

2) Auto aziendali: imposta progressiva

C’è una nuova disciplina fiscale sulle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. La legge bilancio 2020 introduce quattro soglie di emissioni di anidride carbonica. Vale solo per le auto immatricolate a partire dall’1 gennaio 2020, per contratti di fringe benefit siglati a partire dall’1 luglio 2020.

  • Fino a 60 g/km, il fringe benefit sarà tassato al 25%. Si assume il 25 per cento dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri. Calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio. Desumibile dalle tabelle nazionali che l’Automobile Club d’Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno. E comunicare al ministero dell’Economia: questo provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre. Con effetto dal periodo d’imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente.
  • Da 61 a 160, al 30%.
  • Da 161 a 190, al 40% nel 2010 e al 50% nel 2021.
  • Oltre 190 g/km, al 50% nel 2020 e al 60% nel 2021.

3) Accise carburanti legnata dal 2021?

La clausola di salvaguardia sulle accise sui carburanti viene aumentata. Se tra un anno il governo non interviene per disinnescarla, dall’1 gennaio 2021 salgono le accise su benzina e diesel. Obiettivo: avere 1,221 miliardi nel 2021, 1,683 miliardi nel 2022 e 1,954 miliardi nel 2023.

4) IVA, per ora non sale

Viene sterilizzata la clausola di salvaguardia che avrebbe comportato un aumento automatico dell’Iva dall’1 gennaio 2021. IVA ancora al 22%. Per l’anno prossimo. E poi? Attenzione: se mancano i soldi, da qualche parte lo Stato dovrà prenderli. Vale il discorso analogo a quello delle accise.

5) Più tasse alle concessionarie autostradali

Sale di 3,5 punti percentuali l’addizionale Ires per le concessionarie attive nel settore dei trasporti. Anche pertanto a carico dei gestori autostradali. Che pagheranno più imposte. Sulle concessionarie, la partita in generale è bollente. Specie dopo la bacchettata della Corte dei conti rivolta anche a chi deve fare i controlli. Scarsa è stata negli anni l’attenzione degli organi di controllo interno: nessun organismo indipendente di valutazione o servizio di controllo interno ha proceduto a valutazioni sullo stato delle concessioni. Pur in presenza di numerosi pronunciamenti delle autorità indipendenti che, da anni, segnalano le numerose criticità del sistema vigente.

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