Sorpresa Volkswagen: addio IPO per PowerCo, il futuro delle batterie è incerto

Ippolito V
Colpo di scena: il Gruppo Volkswagen blocca l’IPO di PowerCo. Addio alla quotazione in borsa per le sue batterie?
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La quotazione in Borsa può aspettare. Volkswagen fa marcia indietro con la società PowerCo, la società specializzata nelle batterie per mezzi elettrici. Il responsabile dell’unità, Thomas Schmall, ha spiegato all’agenzia di stampa Reuters che i piani sono slittati almeno fino al 2026, cioè quando le fabbriche di celle entreranno in funzione. Intanto, il titolo di VW Group ha maturato una crescita dell’1,3% a 120,9 euro, per una capitalizzazione di 66,7 miliardi di euro a Francoforte.

Niente IPO per PowerCo: Volkswagen cambia strategia per le batterie

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Un paio d’anni fa circa il colosso di Wolfsburg ha separato l’unità dedicata agli accumulatori, destinando 20 miliardi di euro coi partner nella realizzazione di imianto aventi una capacità fino a 240GWh entro la fine del decennio. Questa decisione mira a rendere il conglomerato maggiormente indipendente, evitando che certe criticità possano ripresentarsi in futuro. Lo scoppio dell’emergenza sanitaria da Covid-19, e tutto ciò che ne è conseguito, ha fatto comprendere fino in fondo l’importanza di essere autosufficienti. Inoltre, reggere il passo con un gigante del calibro di Tesla richiede l’adozione di efficaci contromisure, poiché il vantaggio competitivo accumulato dalla società di Elon Musk è notevole rispetto alla concorrenza. Sebbene anche Tesla non sia esente da punti deboli, le compagnie automobilistiche tradizionali hanno peccato di una certa arretratezza latente.

Allo stato attuale, PowerCo ha in programma l’apertura di tre complessi, dal 2025 al 2027, a Salzgitter, Valencia e in Ontario, una ogni anno. Schmall ha escluso la costruzione di ulteriori impianti nel Vecchio Continente al momento, evidenziando come questa opzione non convinca né a livello di costi né di benefici.

L’idea di Volkswagen è quella di attuare un piano di crescita efficace, in linea con le proprie risorse considerevoli, al fine di accorciare il divario con le case automobilistiche cinesi. Riguardo alla Cina, Pechino ha recentemente espresso la sua opposizione alle mosse considerate dagli Stati Uniti. Secondo i funzionari cinesi, le manovre in questione sono soltanto pretesti legati alla sicurezza nazionale, mentre dietro di esse si nasconderebbe il timore di essere superati dalle potenze straniere.

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Il dietrofront compiuto da Volkswagen segue il rallentamento evidenziato anche da Renault con Ampere, la sua unità spin-off specializzata nelle BEV. Le sfide della mobilità sono impegnative e richiedono tempo prima che si possa acquisire sufficiente confidenza.

Il caso di Volkswagen è solo un esempio di un trend generale riscontrato in tutta Europa. Anche Mercedes-Benz ha ammesso di aver sottovalutato i piani relativi all’elettrificazione della gamma. Rendere il business profittevole richiederà pazienza, anche a causa dello scetticismo da parte dei conducenti abituati alle formule tradizionali, che sono scoraggiati dall’alto prezzo di listino, dall’autonomia limitata e dalla lentezza delle infrastrutture di ricarica.

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