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Le ridicole dotazioni per gli incentivi auto: Governo e Milano

Il budget a disposizione fa sorridere. Misteri della politica italiana

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Col decreto Rilancio, il Governo mette a disposizione gli incentivi auto anche per le Euro 6 a benzina e diesel. Per chi rottama un usato, il gettone è allettante. Ma il problema è che la dotazione dal 1° agosto 2020 al 31 dicembre 2020 è di 50 milioni di euro. Pochissimi. Ecco perché parliamo di ridicole dotazioni per gli incentivi auto. Ma il Comune di Milano fa peggio.

Le ridicole dotazioni per gli incentivi auto: il caso milanese

Dopo un primo comunicato diverse settimane fa, nei giorni scorsi il Comune di Milano lancia gli ecoincentivi auto. Dotazione di un milione di euro. Significa che quei soldi di ecobonus verranno sbranati in pochi giorni, se non in ore. Peccato, l’incentivo è buono, cumulabile con quello dello Stato. Ma un milione, ci dispiace, è ridicolo.

Oltretutto, l’incentivo statale (con contributo obbligatorio della Casa) è automatico: compri con lo sconto e ti porti via la macchina. Per l’incentivo locale, compri l’auto, chiedi il rimborso all’ente locale e attendi. Se nel piatto della dotazione c’è ancora denaro, ti arrivano i quattrini; altrimenti, nulla.

Ecobonus per un Paese sviluppato: quanti soldi servono

Come fanno Paesi sviluppati come Francia, Spagna, Germania, serve una dotazione corposa. Per rilanciare l’economia, dare ossigeno a un settore vitale come quello automotive, spingere il Pil, proteggere i lavoratori. L’unica soluzione è un miliardo di euro (o poco meno) di dotazione da inserire nel decreto Semplificazioni: un emendamento parlamentare è la via giusta. Come accaduto con gli ecobonus del decreto Rilancio: un emendamento è stato approvato, per arrivare poi alla conversione in legge.

Si tratta anche di far vedere all’Unione europea che ragioniamo in modo moderno e costruttivo, siamo proiettati nel futuro. I dinosauri dei monopattini elettrici, gli anziani dell’economia ferma e dell’assistenzialismo, all’Ue non piacciono. Non stupiamoci se poi l’Unione tratta male i politici italiani davanti a tutti.

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