Allarme terre rare: Ford costretta a fermare uno dei suoi stabilimenti

Pechino ha recentemente inasprito i controlli sulle esportazioni, inserendo l’obbligo di licenze specifiche per l’invio di terre rare all’estero.
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La penuria di terre rare, minerali strategici essenziali per il comparto automobilistico, sta creando forti pressioni sulle filiere produttive globali. A lanciare l’allarme è Jim Farley, CEO di Ford Motor Company, che durante un’intervista a Bloomberg TV ha dichiarato che l’interruzione delle forniture ha già provocato la chiusura temporanea di uno stabilimento del gruppo lo scorso mese.

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Le terre rare, in sostanza, sono un gruppo di 17 elementi chimici fondamentali per la realizzazione di componenti tecnici come tergicristalli, sistemi audio, airbag e cinture di sicurezza. Oltre il 90 per cento di questi materiali, impiegati anche nei veicoli elettrici e ibridi, proviene dalla Cina, leader indiscusso nella loro estrazione e lavorazione, secondo quanto riportato dal Geological Survey statunitense.

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Pechino ha recentemente inasprito i controlli sulle esportazioni, inserendo l’obbligo di licenze specifiche per l’invio di terre rare all’estero, nel pieno della tensione commerciale con Washington. Questa mossa ha messo in seria difficoltà molte aziende americane (ma non solo), tra cui Ford, che stanno incontrando ostacoli burocratici nel ricevere regolarmente le forniture.

Nel corso di negoziati bilaterali a Londra l’11 giugno, Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa che prevede il ripristino graduale delle esportazioni verso il mercato americano. Tuttavia, la situazione resta delicata. Come evidenziato da analisti del Center for Strategic and International Studies, la questione delle terre rare è ora un punto nevralgico nella competizione geopolitica per il controllo delle risorse strategiche.

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Farley ha ammesso che la situazione terre rare resta altamente instabile: “Stiamo gestendo la produzione giorno per giorno. Abbiamo già sospeso alcune attività produttive e l’incertezza continua”. Anche Sherry House, CFO di Ford, ha sottolineato in una recente conferenza quanto l’iter per ottenere le autorizzazioni cinesi sia lento e imprevedibile, aggravando la complessità della supply chain.

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Nonostante tutto, il CEO di Ford si è mostrato fiducioso. “Siamo ottimisti sul fatto che le tensioni commerciali possano allentarsi”, ha affermato, aggiungendo che l’azienda è in attesa della valutazione di ulteriori domande di esportazione da parte del MOFCOM, il ministero del commercio cinese. La sfida per l’industria automobilistica è appena cominciata e l’accesso stabile ai minerali strategici sarà sempre più centrale nella transizione energetica.

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