in

DEF: in arrivo accise più care sui diesel

Il documento verrà presentato alla Commissione Europa entro il 15 ottobre

Giuseppe Conte DEF

Entro il 15 ottobre il DEF del Conte Bis andrà presentato alla Commissione Europea e attualmente mancano ancora 5 miliardi di euro per attuare la manovra. Il Governo sta dunque prendendo in considerazione tagli e accise così da ottenere le risorse necessarie. Se negli ultimi giorni si ipotizzava di rincarare le tariffe dei ticket sanitari su base reddituale, in questo momento l’unica certezza sembra che non ci sarà il tanto vociferato incremento dell’IVA e probabilmente gli automobilisti saranno tra le classi più colpite.  

DEF: rincaro diesel

Oltre al settore sanitario, mai accantonato, il Ministro dell’Economia Gualtieri riflette sulla mobilità. Il potere esecutivo starebbe infatti prendendo in considerazione l’ipotesi di disporre accise più care sul diesel per recuperare uno dei cinque miliardi di euro. Nel dettaglio, le istituzioni politiche avrebbe in mente un aumento pari a circa 5 cent/ l che, fra l’altro, sembrerebbe una scelta concorde con il corso del Movimento 5 Stelle, anche se più di un cittadino dubita sull’effettiva utilità nella penalizzazione delle unità a gasolio. A ogni modo, nella manovra non verranno penalizzati gli autotrasportatori ma esclusivamente i privati, in modo da non incidere sul costo finale della merce.

Contestualmente, l’impressione è che verranno analizzate modifiche riguardo all’Ecobonus. Nonostante non ci siano certezze in merito, si immagina un aggiustamento delle agevolazioni (fino a 4mila euro per le plug-in hybrid, 6.000 per le elettriche) su base reddituale. In tal caso, il Governo giallorosso valuterà un sistema a scaglioni per delineare a quale percentuale degli incentivi si abbia diritto.

Risale agli scorsi giorni l’ipotesi “Carbon Tax”, che vada a colpire soprattutto cibi poco sostenibili (es. carne rossa, merendine) e viaggi in aereo. Le idee sul tavolo sono delle più varie, in sostanza le recenti manovre dello Stato italiano hanno trovato approvazione in Europa, tanta da far ridurre lo spread a circa 130 punti, mentre, intorno fine maggio, rientrava sui 300.

La controversa proposta di Crisci

Ha ricevuto opinioni contrastanti la proposta messa sul tavolo da Michele Crisci all’Adnkronos. Il presidente dell’Unrae (l’Associazione delle Case automobilistiche estere) e amministratore delegato di Volvo Car consiglia di proseguire nella prossima manovra “con l’ecobonus già avviato, ma sicuramente migliorandolo e rafforzandolo. Soprattutto perché noi costruttori sappiamo – tenendo conto dei numerosi prodotti in arrivo sul mercato, dei loro prezzi e delle loro emissioni – che nel 2020 i fondi a disposizione potrebbero durare poche settimane. Il commento arrivava mentre circolavano le voci su un ‘buono mobilità’ per promuovere il rinnovamento del parco auto circolante.

Ciascun anno del biennio 2020-2021 conterà su un Fondo di 100 milioni di euro, spettante ai residenti nei Comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria che rottamano, entro il 31 dicembre 2021, autovetture omologate fino alla classe Euro 4” e usufruibile entro i tre anni successivi “per l’acquisto, anche a favore di un convivente, di abbonamenti al trasporto pubblico locale e di altri servizi nonché per l’abbonamento a sharing mobility con veicoli elettrici o a emissioni ridotte”.

Nadef: le previsioni fino al 2022

La bozza della Nota di Aggiornamento del DEF (Nadef) inizia così: “Siamo convinti di poter imprimere un cambio di passo alla politica economica già con la prossima Legge di Bilancio e che si sia aperta un’opportunità di disegnare riforme incisive e preparare un vero rilancio dell’economia italiana”. Il DEF è il Documento di Economia e Finanza, fondamentale per la stesura della nuova Legge di Bilancio.

Seguono stime non ufficiali: “Per quanto riguarda la proiezione del rapporto Debito/Pil, partendo dal livello previsto per fine 2019 (135,7%) e ipotizzando proventi da dismissioni e altri introiti in conto capitale destinati al fondo di ammortamento del debito pubblico per 0,2 punti percentuali di Pil all’anno, il rapporto scenderebbe al 135,1 per cento nel 2020 e quindi al 133,6 per cento nel 2021 e al 131,4 per cento nel 2022. La flessibilità sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del Pil; l’indebitamento tendenziale del 1,4% mentre il programmatico è stato pari al 2,2%.

Tra le voci che faranno confluire risorse ci saranno pure la riduzione “delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del Pil”, cioè circa 1,7-1,8 miliardi. E oltre “0,1 punti di Pil” proverranno da “altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni. Previsti interventi anche per privatizzazioni e la per la ‘svolta green’”.

Crisci contesta il DEF

Il DEF non basterebbe secondo Crisci a dare il fondamentale input all’ecomobilità. “Per far sì che questo bonus possa essere utilizzato da chi vuole passare all’elettrico, il fondo – sottolineava Crisci all’Adnkronos – deve diventare molto più consistente, almeno 7 -8 volte quello attuale. E siccome il ‘malus’ – che è stato totalmente inefficace in termini di disincentivo agli acquisti di vetture più inquinanti – non sostiene questo fondo, bisogna pensare a nuovi interventi”. Come “riparametrare il bollo”. Bastano pochi euro sul bollo auto delle auto più anziane per raccogliere centinaia di milioni di euro, che possono andare a coprire gli interventi a cui pensiamo”.

Se sul mercato italiano “che – stimava l’amministratore delegato di Volvo Italia – quest’anno dovrebbe chiudere intorno a 1,88 milioni di auto nuove, quelle ibride o elettriche dovrebbero essere circa 90 mila, nel 2020 non è escluso che si possano toccare le 200 mila unità ‘verdi’”: ecco perché ecco perché sarebbe cruciale stanziare fondi consistenti.

Agenda da condividere anche con Fca

“L’Unrae – evidenziava il suo presidente – sta elaborato una agenda che vuole condividere con Federauto, Anfia ed Fca, con le proposte per la prossima legge di stabilità e che punta innanzitutto a intervenire sul parco circolante: le vetture ante Euro3 dovrebbero essere tolte dalla strada, magari dandosi un target di 3 o 4 anni, e per farlo bisogna dare a quei clienti che non cambiamo auto da 10 anni, di passare magari a un usato Euro 5 o 6 con un costo sostenibile”.

Dunque, chiosava Crisci, “serve un approccio pragmatico, anche con un incentivo ‘usato con usato’, che ovviamente va contro la nostra azione – che è quella di vendere auto nuove – ma che offre grandi benefici per l’ambiente: se un automobilista passa da una vettura Euro2 a una Euro 6 il vantaggio è del 90%”, in termini di emissioni dannoseSicuramente però al fine di scoraggiare eventuali distorsioni o irregolarità “serviranno delle regole, e potenzialmente sarebbe meglio evitare di erogare questi incentivi negli scambi fra privati”. L’ideale, concludeva, sarebbe “che uno possa accedere a questi incentivi se si rivolge a un concessionario o a un rivenditore”.

 

 

 

Lascia un commento