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Bollo auto: radiazione per chi non paga per almeno 3 anni?

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Il fisco italiano ha intenzione di fare sul serio per quanto riguarda il pagamento del bollo auto. Per costringere gli automobilisti a pagare si è deciso di rispolverare un articolo del codice della Strada che prevede la radiazione dal Pubblico Registro Automobilistico per le automobili per le quali da 3 anni consecutivi non viene pagato il bollo. Sono 3 al momento le regioni che sembrerebbero intenzionate a far valere quanto previsto dall’articolo del codice della strada e il provvedimento finirebbe per colpire oltre 420 mila automobili. SI tratta di un numero altissimo considerato che stiamo parlando solo di 3 regioni e cioè: Lazio, Lombardia e Puglia. 

L’iniziativa contro chi non paga il bollo auto sta suscitando polemiche

Insomma non pagare il bollo auto per più di 3 anni consecutivi d’ora in avanti potrebbe costare caro ai proprietari di questi veicoli. Tra i veicoli da radiare ve ne sono anche moltissimi che non sono più in circolazione ed infatti tale operazione serve soprattutto a ripulire gli archivi della motorizzazione che sono intasatissimi. Tuttavia questa iniziativa sta sollevando molte critiche e polemiche, in quanto l’articolo del codice della strada che prevede la radiazione per chi non paga il bollo auto da almeno 3 anni non specifica come tale operazione debba avvenire. Infatti si rinvia ad un presunto decreto legge che il Ministero dei Trasporti avrebbe dovuto redigere nel lontano 1992, ma che in realtà non ha mai visto la luce.

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Bollo auto: possibile la radiazione dal PRA per chi non paga da 3 anni consecutivi?

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Le associazioni di categoria invitano gli automobilisti ad opporsi

Senza questo decreto dunque sarà molto dura per le regioni procedere alla radiazione delle vetture di chi non paga bollo da almeno 3 anni dal pubblico registro automobilistico. In molti suggeriscono tra le associazioni dei consumatori di procedere eventualmente al ricorso, qualora realmente venga notificata la radiazione, ricordo che può essere effettuato entro trenta giorni al Ministero dei Trasporti. In mancanza del Decreto del Ministero che avrebbe dovuto disciplinare la materia l’atto non è ammissibile.

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