È una vera e propria corsa contro il tempo quella che si sta consumando all’interno del governo italiano per evitare lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, previsto per l’1 ottobre 2025. Il blocco della circolazione di questi veicoli nelle regioni del bacino Padano, potrebbe però slittare. Un emendamento al Decreto Infrastrutture, attualmente in sede di conversione alla Camera, ha proposto un rinvio al 31 ottobre 2026.
Il provvedimento di blocco alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 origina in seguito alle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione Europea verso l’Italia per aver oltrepassato i limiti di PM10 e NO2. Le regioni del Nord Italia interessate, ovvero Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, hanno quindi adottato misure restrittive, recepite nel decreto-legge n. 121/2023, in cui si prevede il succitato divieto di circolazione nei comuni con oltre 30.000 abitanti.

Questa scadenza, che sia questo ottobre o il prossimo, potrebbe coinvolgere circa un milione di veicoli attualmente in uso nel nostro Paese, con ripercussioni importanti sulla mobilità quotidiana e sul mercato dell’usato. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, sta cercando di ottenere una proroga, ma al momento non ci sono aggiornamenti ufficiali.
Sono molte le auto diesel Euro 5, anche decisamente diffuse in Italia, immatricolate tra il 2009 e il 2015, ovvero nel periodo interessato dalle nuove restrizioni. Tra i modelli più a rischio troviamo l’Audi A3 di seconda generazione con motorizzazioni 1.6 e 2.0 TDI. Anche BMW Serie 1, prima serie, rientra nella lista nera, così come diverse Citroen C3 e DS3 equipaggiate con motori 1.4 HDI e 1.6 HDI.
Fiat risulta particolarmente esposta, con numerose unità di 500, Panda, Punto e Grande Punto spinte dal celebre motore 1.3 Multijet, vero protagonista del parco auto diesel italiano. La situazione è critica soprattutto per la Fiat Punto, ancora oggi tra i modelli più ricercati nel mercato dell’usato.

Altri veicoli colpiti includono la Ford Ka, Fiesta e Focus, ma anche la Lancia Ypsilon, la Nissan Micra, l’Opel Corsa, le Peugeot 207, 208 e 308, la Renault Clio (terza e quarta serie), la Mégane 3, la Toyota Yaris 2 e 3, la Volkswagen Golf VI e la Polo V. Non mancano nemmeno vetture compatte e SUV come l’Alfa Romeo MiTo, la Lancia Musa, la Fiat Bravo e la Delta diesel.
Parlando ancora di SUV, in bilico ci sono anche modelli come Nissan Qashqai, Juke, Ford Kuga, Volkswagen Tiguan, oltre ai BMW X1 e X3, e alle Audi Q3 e Q5, sempre con riferimento alle versioni diesel Euro 5. Senza un intervento normativo, questi veicoli rischiano di non poter più circolare in molte aree urbane densamente abitate nel Nord Italia.