La Mercedes Classe G elettrica, presentata nell’aprile 2024 con un prezzo di partenza di 146.990 euro, si sta rivelando un flop. A distanza di un anno, le vendite in Europa hanno raggiunto appena 1.450 unità, mentre le versioni a combustione hanno superato quota 9.700. Nei mercati internazionali i numeri sono ancora più bassi: solo 58 esemplari in Cina, 61 in Corea del Sud e nessuna consegna registrata negli Stati Uniti, secondo i dati di Dataforce e Marklines.
Mercedes Classe G elettrica: vendite deludenti e strategia da rivedere

Fonti interne descrivono l’auto come “ferma come piombo nei concessionari”. Il problema principale risiede nel compromesso tecnico adottato: per mantenere l’estetica squadrata e il telaio della Classe G tradizionale, la versione elettrica ha sacrificato i principali vantaggi delle architetture EV moderne. Il peso a vuoto sfiora le 3,1 tonnellate, con un carico utile di soli 415 kg e nessuna capacità di traino. L’autonomia massima è di 473 km, e nonostante le eccellenti doti fuoristrada grazie ai quattro motori elettrici indipendenti, il pubblico non sembra interessato.
Tuttavia, non si tratta di un caso isolato, poiché è l’intera strategia “Electric only” di Mercedes che sta mostrando segni di cedimento. Nel primo trimestre del 2025, meno di un’auto su dieci venduta dal gruppo era completamente elettrica. Anche altri modelli EV come EQS ed EQE faticano, così come le concorrenti BMW i7 e Porsche Taycan. Mercedes ha cercato di correggere il tiro rinunciando al marchio EQ per la Classe G elettrica, presentandola come parte integrante della gamma standard. Tuttavia, nemmeno questa scelta sembra aver convinto i clienti.

Guardando al futuro, la casa di Stoccarda potrebbe rivedere i piani per la “baby Classe G”, attesa per il 2027. Inizialmente concepita solo in versione elettrica, potrebbe essere offerta anche con motori a combustione. La piattaforma MMA, su cui si baserà, supporta entrambe le motorizzazioni, rendendo l’adattamento tecnicamente semplice e poco costoso. Una decisione definitiva non è ancora stata presa, ma all’interno dell’azienda si valuta seriamente un ritorno parziale alla combustione per rispondere a una domanda che, per ora, resta fortemente ancorata ai motori tradizionali.