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Seggiolini salvabebè: caos totale

La legge c’è, ma non si sa da quando verrà applicata

Cute little baby girl fastened with security belt in safety car seat.

Seggiolini salvabebè: caos totale. Il 7 novembre 2019, scatterà l’obbligo di questi dispositivi. Il guidatore di un’auto immatricolata in Italia, o immatricolata all’estero e condotta da un residente in Italia, quando trasporta un bambino di età inferiore a quattro anni assicurato al sedile con il sistema di ritenuta, ha un obbligo: deve utilizzare un apposito dispositivo di allarme. Qual è l’obiettivo? Prevenire l’abbandono del bambino. Questi seggiolini salva bambini devono essere rispondenti alle specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 

Bimbi al sicuro per legge: quali multe

Lo dice la legge 117 del 01 ottobre 2018, seguita da diversi provvedimenti e decreti. Chi non fa uso dei dispositivi di ritenuta, cioè delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini o del dispositivo di allarme, paga una sanzione amministrativa di 83 euro. E subisce il taglio di 5 punti della patente. Quando il conducente sia incorso, in un periodo di due anni, in nella violazione (recidiva) per almeno due volte, all’ultima infrazione consegue anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da quindici giorni a due mesi: lo stabilirà il Prefetto. Ricapitolando: se ti beccano la prima volta senza seggiolino salvabebè, multa di 83 euro e sottrazione di 5 punti della patente. Se ti beccano la seconda volta senza seggiolino salvabebè, multa di 83 euro, sottrazione di 5 punti della patente, sospensione della patente stessa da da quindici giorni a due mesi. 

Burocrazia infernale per i seggiolini salvabebè

Eppure ci sono diversi guai. Tutti dovuti alla infernale burocrazia italiana. Anzitutto, ci è voluto un anno per arrivare a introdurre l’obbligo, dopo la legge di novembre 2018. Secondo: i seggiolini salva bebè non sono in vendita in numero massiccio, perché i Produttori non sapevano ancora le specifiche dettate dal decreto. Pertanto, i genitori non potranno comprarli. Oppure avranno, almeno per settimane, una scelta limitatissima. Se il genitore non può comprare il seggiolino salva bebè, come fa l’agente delle Forze dell’ordine a multare il guidatore? Un bel caos costruito da chi fa le leggi. Si attendono spiegazioni tramite circolare del ministero dei Trasporti. La strada più probabile è che Polizia locale, Polizia stradale e Carabinieri si limitino, almeno i primi tempi, a rammentare l’obbligo ai genitori: zero sanzioni. Insomma, seggiolini salva bimbi: caos totale.

Bonus davvero debole e per pochi sui seggiolini salvabebè

Il seggiolino salvabebè ha svariati prezzi: da 30 euro insù. Il bonus (30 euro) stabilito dal ministero dei Trasporti, ossia il contributo per l’acquisto previsto dal decreto fiscale, riguarderà il 30% delle famiglie. Lo dicono i numeri. La copertura è di 15 milioni di euro nel 2019: ai fondi accederanno 503.000 famiglie. Nel 2020, fondi di un milione di euro: accederanno 33.300 famiglie. Problema: i bambini sono 460.000 per ciascuno dei 4 anni: 1.840.000 piccini under 4 anni in totale. Così, su 10 famiglie, 3 accederanno ai fondi, 7 no. Non solo: probabilmente, ha diritto al bonus chi prima entra in un sito Internet specifico; ci saranno code e intasamenti online. Chi è più bravo o fortunato ha il bonus, gli altri nisba. Non si capisce se sarà uno sconto o una sorta di deduzione fiscale.

Drammi nel mondo: bimbi dimenticati

Eppure, una materia così delicata avrebbe meritato più attenzione. In Italia, come spesso accade, non esistono statistiche ufficiali: le cronache parlano di papà e mamme che dimenticano i bimbi sotto il Sole, d’estate, in auto. Coi piccini che muoiono di ipertermia o di asfissia. Drammi profondi, che gettano nella più totale disperazione i genitori, afflitti per pochi istanti da amnesia dissociativa: un disturbo, un vuoto di memoria improvviso, che può essere dovuto anche allo stress e ai ritmi infernali della vita moderna. Negli Stati Uniti, dove il fenomeno è scrupolosamente monitorato, siamo sui 40 bimbi morti di ipertermia o di asfissia perché i genitori li hanno dimenticati in auto.