La schiuma dei sedili delle auto è cancerogena? Lo studio

Daniele Di Geronimo Autore
Uno studio mostra possibili responsabilità nell’insorgenza di tumori a causa dei materiali con cui sono realizzati i sedili delle auto.
Schiuma sedili auto

La sicurezza all’interno delle auto è un valore molto importante che viene perseguito su più fronti. Ma i rischi legati alla salute di chi è a bordo delle automobili non sono solo quelli legati alla possibilità di effettuare incidenti. Uno studio recente condotto dall’American Chemical Society solleva infatti i dubbi sulla tossicità della schiuma utilizzata nei sedili delle auto.

Schiuma sedili auto cancerogena

Lo studio

La ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology è stata condotta dai ricercati di tre università: quelli della Duke University, quelli dell’Università di Berkeley e quelli dell’Università di Toronto. Oggetto dello studio era determinare la quantità di TCIPP, tris(1-chloro-isopropyl) phosphate, presente nell’abitacolo delle auto.

Questa sostanza chimica, infatti, è un additivo ritardante di fiamma molto diffuso nella schiuma poliuretanica, ampiamente utilizzata in quasi tutto il parco auto attualmente in circolazione. Il problema è che, come emerso dalla ricerca, con le alte temperature c’è un maggior rilascio di questa sostanza. I test sono stati condotti su 155 partecipanti alla guida di auto immatricolate dal 2015 in poi eseguendo rilevazioni sia in estate (54 test) che in inverno (101 test).

Pericoli schiuma sedili auto

Il risultato è che il calore favorisce la fuoriuscita di questa sostanza chimica da due a cinque volte superiore di quanto avviene in condizioni normali. Nello specifico lo studio evidenzia come ci siano dai 0.2 agli 11.600 nanogrammi per grammo di TCIPP. Quantità apparentemente irrisorie, ma un rapporto tossicologico dello scorso anno del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti ha rilevato come possano esserci dei possibili effetti cancerogeni nell’eccessiva esposizione al TCIPP. Quel rapporto tossicologico faceva riferimento a studi condotti sui topi e ratti che sono andati incontro a tumori all’utero e al fegato, ma non è da escludere che tale rischio sia tale anche negli esseri umani.

Un aspetto interessante dello studio condotto dall’American Chemical Society è che sono diversi gli ambiti in cui sono valutati gli effetti dei prodotti chimici ritardanti di fiamma, ma il settore automobilistico non è tra quelli maggiormente indagati. Ed è un po’ sorprendente considerando come mediamente si trascorra circa un’ora al giorno all’interno della propria automobile (e i dati italiani in questo senso sono superiori alla media) e un ambiente concentrato nel quale c’è poco ricircolo dell’aria potrebbe peggiorare la situazione.

Lo studio suggerisce di tenere i finestrini aperti, evitare di attivare la funzione del ricircolo interno e utilizzare l’aria condizionata così da ridurre la temperatura interna dell’abitacolo. Sempre lo stesso studio conclude, evitando di generare facili allarmismi, che sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere la reale criticità dell’esposizione al TCIPP nelle automobili.

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