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Martini Racing: tra corse e glamour

Ormai concluse le celebrazioni del 150° anniversario con l’appuntamento torinese di inizio anno del Martini Racing Exhibition organizzato da Martini & Rossi in collaborazione con il Museo nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” in una grande mostra dedicata ai successi del Martini Racing, resta tutto il fascino di un connubio evocativo e indiscutibilmente glamour.

Durante la recente mostra, manifesti e campagne pubblicitarie hanno completato un percorso espositivo entusiasmante che ha sviscerato la lunga avventura della Martini nel mondo delle corse, raccontata attraverso il fascino di un marchio che ha segnato la storia delle competizioni.

Una prima sezione espositiva della mostra ha guidato il pubblico alla scoperta delle quattro categorie (Endurance, Formula 1, Rally e Touring) in cui il Martini Racing Team si è distinto a livello internazionale come partner delle maggiori case automobilistiche. Video e postazioni interattive per i più esperti per far rivivere le emozioni delle auto in gara e consentire ai curiosi di scoprire un mondo fatto di motori, passione e glamour. Ma il cuore dell’esposizione è la sezione dedicata alle auto in livrea blu-rosso-azzurra, tra cui Lancia, ma anche Porsche, Brabham, Lotus, Ford e Tecno giunte per l’occasione a Torino da ogni parte del mondo.

E’ un viaggio tra i successi di un partner automobilistico prestigioso, che con indiscusso fascino ha segnato gli anni ruggenti delle competizioni: anni indimenticabili vissuti con la Porsche nella 24 Ore di Le Mans e nella motonautica e di cui dobbiamo anche ricordare gli undici in partnership con Lancia, poi in Formula 1, dapprima con l’italiana Tecno e, nel 2006, con la Scuderia Ferrari.

Il legame tra Martini e il mondo dello sport nasce negli anni Trenta con le prime sponsorizzazioni del Giro d’Italia e viene sempre interpretato coniugando l’aspetto prettamente competitivo a cui viene abbinata cura di un’immagine che fosse indiscutibilmente “Martini”.
Le sue livree, sia che venissero applicate su automobili da corsa che su velocissimi offshore o aerei acrobatici, divengono ben presto l’emblema del successo, il simbolo di un mondo meraviglioso cui tutti volevano appartenere racchiuso in una grafica accattivante divenuta una vera icona di stile.
Il debutto nell’Endurance avviene nel 1971 con la Porsche 917 guidata niente di meno che da Helmut Marko, l’attuale guru di Sebastian Vettel, che vince in quell’anno due classiche: la 12 ore di Sebring e la 24 ore di Le Mans con Jacky Ickx come pilota di punta.

Un libro di storia fatto di indiscutibili successi ed iniziato con il legame con Porsche che culminerà con la vittoria dei titoli mondiali del 1976 e 1977 ed una lunga e fruttuosa collaborazione che terminerà nel 1980 quando ad aprirsi sarà un nuovo esaltante capitolo, quello Lancia. Con il marchio torinese siglerà subito la vittoria del mondiale del 1981 con la Beta Montecarlo, ultimo titolo in questa categoria, che però riserverà ancora delle soddisfazioni al team fino all’86. Tra le sue fila si avvicenderanno tra i più talentuosi giovani piloti italiani da Alboreto a Patrese, da Nannini a Fabi che dimostreranno il loro valore con prestigiosi successi.

Ai successi nella categoria Endurance segue l’approdo del Martini Racing alla Formula 1 con un inizio non facile con la poco competitiva scuderia italiana Tecno, ben lontana dai grandi team che lottano per la vittoria del campionato. L’esperienza dura solo per il biennio 1972-73 ma è davvero preziosa per il Martini Racing che nel ‘75 sigla un accordo con la Brabham di Bernie Ecclestone le cui vetture con i piloti Pace e Reutemann sono protagoniste di buone prestazioni vincendo un Gran Premio a testa. La stagione seguente la monoposto appare ancora più competitiva grazie alla motorizzazione del 12 cilindri Alfa Romeo che risulterà invece poco affidabile, proprio come nella stagione 1977 quando non si riuscì a colmare il gap neppure con la presenza dell’esperto John Watson.
Le strade di Brabham e Martini si dividono nel 1978 e l’anno seguente il team coglie l’opportunità di sponsorizzare la fortissima Lotus campione del mondo con Mario Andretti. Le premesse per una stagione trionfale ci sono tutte, ma l’auto progettata da Colin Chapman, troppo ambiziosa nell’innovativa concezione aerodinamica, tradisce le attese e il Martini Racing abbandona la Formula 1.

Ma le pagine più gloriose della sua storia il Martini Racing le scriverà nel rally dove, in coppia con la Lancia, eserciterà un dominio totale per circa un decennio. Il debutto avviene nel 1982, con la Lancia 037 la cui maneggevolezza della vettura e i campioni schierati (nomi come Röhrl, Alen, Bettega, Vudafieri) la portano a conquistare il mondiale marche del 1983.
Cede il passo alla Lancia S4 nel 1985, quando il team opta per una scelta di potenza palesata dai suoi 500 cavalli a trazione integrale e turbo con compressore volumetrico. Nell’87 la Federazione impone però un ridimensionamento, anche a seguito dell’incidente mortale di Toivonen, uno dei piloti del Martini Racing. Nasce allora la Delta 4WD, che dominerà la stagione, come pure farà la HF integrale che si imporrà nelle due stagioni seguenti. È l’epoca di Kankkunnen e di Biasion, che si alternano nei trionfi fino al ’92, al volante delle successive versioni della Delta HF. Per la squadra Lancia Martini sarà quello l’ultimo anno: dopo il sesto mondiale consecutivo uscirà di scena come il mito ormai consacrato ed indiscusso nella storia del rally internazionale.

E come non ricordare le livree della 155 che gareggiarono nel DTM? Sono passati quasi vent’anni da quelle gare, ma ilricordo è ancora vivo in ognuno di noi.

L’ultima vettura che Martini Racing vestirà con i propri colori sarà la Ford con cui disputerà il Campionato Mondiale e poi Italiano tra il 1999 ed il 2002 ed a cui seguirà la decisione per un un periodo di pausa che, dopo quattro anni, determinerà l’entusiasmante decisione di ritornare nel mondo delle corse nel più puro stile Martini, con glamour e spirito italiano, in Formula 1.

Martini ha da sempre incarnato il concetto di eleganza nello sport, nato con Theo Rossi di Montelera, campione del mondo di motonautica e olimpionico di bob in gioventù, amico di Gianni Agnelli e di tutto il jet society del suo tempo. E’ proprio grazie alla sua notorietà che a fine Ottocento il marchio Martini, già diffuso nel mondo, raccoglie il testimone dal padre fondatore Luigi Rossi, acquisisce la straordinaria immagine fatta di glamour e stile, che l’hanno resa una delle icone più prestigiose al mondo.
Ma, aimè, il mondo delle sponsorizzazioni è mutato e l’aver fatto la storia delle competizioni a motore essendo stato il “simbolo” impresso negli occhi di migliaia di appassionati che attendevano il passaggio di un’infangata Lancia Delta Integrale con le sue strisce blu e rosse che si aprivano a ventaglio sul cofano, non è garanzia per poter occupare i sempre minori spazi disponibili.
Tutti noi avremmo voluto sentire in questi mesi quell’annuncio di Giorgio Molinari, Country Manager di Martini, con cui annunciava il ritorno nelle competizioni, ma, aimè, così non è stato.

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