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Fiat Chrysler Pomigliano: il giudice da ragione a 23 operai

Fiat Chrysler Pomigliano
Fiat Chrysler Pomigliano

Il tribunale del Lavoro di Nola ha dato ragione a 23 operai che avevano fatto causa al gruppo Fiat Chrysler sancendo l’illegittimità della sospensione della cassa integrazione, avvenuta da luglio del 2014 a luglio del 2015, per 23 lavoratori del reparto logistico dello stabilimento Fiat Chrysler Pomigliano in quanto nell’accordo non furono specificati i criteri di scelta per la rotazione. Il giudice del lavoro, Daniela Ammendola, ha infatti accolto il ricorso presentato dagli avvocati con cui si chiedeva l’accertamento dell’illegittimità del permanere della sospensione in cassa integrazione dei dipendenti, allo scopo di completare il processo riorganizzativo aziendale.

Fiat Chrysler Pomigliano: il tribunale del lavoro di Nola da ragione a 23 operai che aveva fatto causa al gruppo

Nella sentenza, il giudice del Lavoro ha messo in evidenza che in casi simili, se il datore di lavoro non specifica i criteri di individuazione dei lavoratori che vanno sospesi,  questo fa si che il provvedimento di cassa integrazione sia illegittimo. Questo in quanto si trattava del caso in cui il provvedimento era stato realizzato per l’attuazione di un programma di ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale.

Il giudice ha concluso dicendo che, da una valutazione della comunicazione aziendale di apertura della cassa integrazione nello stabilimento Fiat Chrysler Pomigliano e del successivo accordo tra i responsabili del gruppo italo americano e le organizzazioni sindacali del 10 luglio 2014, appare evidente che il criterio in base al quale sarebbero dovuti essere individuati i lavoratori da impiegare progressivamente non è stato specificato in maniera chiara.