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Dieselgate Volkswagen: un ingegnere italiano accusato di aver creato il software per truccare i test sulle emissioni

Giovanni Pamio, 60 anni ex manager di Audi, avrebbe guidato il team che ha sviluppato il software incriminato

Il caso dieselgate continua a far parlare di sé. Negli USA, infatti, continuano le indagini per scoprire tutti i dettagli del caso che ha visto il gruppo Volkswagen confessare di aver, deliberatamente, truccato i test di omologazione dei motori diesel installati su diversi modelli del gruppo con marchio Audi, Porsche e Volkswagen.

Secondo l’FBI sarebbe un ingegnere italiano, tale Giovanni Pamio, 60 anni, manager del brand Audi, ad aver diretto il team di dipendenti della casa tedesca che ha progettato ed implementato le funzioni software dei motori diesel in grado di ridurre le emissioni durante i test di omologazione. Pamio, come sottolinea l’accusa, era alla guida dell’area termodinamica nel dipartimento di sviluppo dei motori diesel di Audi a Neckarsulm in Germania e ha coordinato il team incaricato dei controlli sulle emissioni dal 2006 al 2015.

Il nome di Pamio sarebbe saltato fuori già nel corso delle indagini portate avanti dalle autorità tedesche che hanno portato al licenziamento dell’ingegnerie italiano che ora sarebbe in stato d’arresto in Germania. Come riportano gli organi di stampa, Pamio avrebbe ignorato diversi avvertimenti di alcuni ingegneri del gruppo tedesco che evidenziavano come il sistema di controllo delle emissioni installato sui motori diesel dell’azienda violava la normativa ambientale americana. Secondo gli inquirenti, il manager italiano avrebbe inviato alle autorità americane informazioni, rivelatesi poi false, in cui si assicurava l’assenza di sistemi realizzati per aggirare i test sulle emissioni dei motori diesel. 

Secondo le ricostruzioni effettuate dalla procura americana, che ricordiamo ha analizzato per mesi documenti e e-mail interne a Volkswagen, il software in grado di truccare le emissioni sarebbe stato presentato ai manager di Audi già nel 2008. In alcune mail tale sistema viene definito “indifendibile” da alcuni dirigenti. Da notare, inoltre, che già nel 2013, quindi più di due anni prima dello scoppio del caso dieselgate, lo stesso Pamio, interrogato da un alto dirigente di Volkswagen, il cui nome non è noto, in merito alla possibilità di valutare un confronto con le autorità americane circa il “particolare” sistema per condizionare i risultati dei test avrebbe definito “troppo rischiosa” la possibilità di rivelare alle autorità americane il trucco. 

Al momento, le informazioni rivelate dalla procura americana sono limitate. Nel corso dei prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori dettagli sul caso. L’argomento dieselgate continua ad essere di estrema attualità nel mondo dei motori con Volkswagen che ancora deve affrontare le conseguenze delle emissioni truccate e con altre case, FCA in primiis, che stanno avendo non pochi problemi con le autorità di diversi Paesi sempre a causa delle emissioni dei motori diesel.

Fonte: 1, 2,3

 

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