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Giulietta Sprint (1954)

La vettura che segna la trasformazione in un grande industria automobilistica dell’Alfa Romeo è senza dubbio la Giulietta, la “Fidanzata d’Italia”. Nel 1952 la produzione può contare in pratica solo sulla 1900, la prima Alfa costruita in catena di montaggio con una scocca autoportante. Con i suoi 18.000 esemplari venduti ha aumentato di molto i volumi di produzione, ma ancora non è sufficiente a saturare lo stabilimento del Portello.

Si è quindi fatta strada l’ipotesi di una vettura più moderna e di cilindrata assai inferiore, più piccola e corta, meno costosa e più interessante. Inizialmente le ipotesi hanno spaziato da una piccola due tempi di 350 cc fino ad una vettura – a trazione anteriore – di circa 750 cc. Quest’ultima da il via alla progettazione e il nome 750 viene mantenuto anche quando è chiaro che la futura vettura deve avere un’impostazione tradizionale (motore anteriore, trazione posteriore) e una cilindrata di poco superiore al litro.

Meno di un anno più tardi, il team di progettazione guidato da Orazio Satta Puliga ha già messo in strada un primo prototipo, un compatto coupé dotato di un quattro cilindri 1100 cc. Responsabile della meccanica è Giuseppe Busso, il quale si adopera per mantenere la distribuzione bialbero e adottare il basamento in alluminio, già sperimentato – senza giungere in produzione per difficoltà di messa a punto – sulla 1900. Busso vuole portare la cilindrata a 1300 cc., una scelta appoggiata dalla direzione che vuole evitare di sovrapporre il modello alla Fiat 1100/103.
La Giulietta Sprint viene presentata al Salone di Torino il 21 aprile 1954, ma l’11 Aprile nel cortile del Portello si è già avuta un’anteprima per gli addetti ai lavori e le autorità: da un elicottero erano scesi due attori negli shakespeariani costumi di Romeo e Giulietta.

Il propulsore della Giulietta Berlina è un nuovo bialbero completamente in lega di alluminio di 1290 cc (74 x 75 mm). Con un carburatore monocorpo è in grado di erogare 53 CV a 5500 giri/min (8,5 kgm a 3000 giri/min), per una velocità massima di 136 Km/h. Anche la trasmissione conta su un nuovo cambio, esso pure in lega leggera, e soprattutto sull’innovazione della scatola differenziale realizzata in alluminio. I freni, con alettatura elicoidale, sono derivati da quelli della 1900. Le prestazioni – che fin dal debutto non temevano confronti come velocità massima, accelerazione, ripresa, tenuta di strada e frenata – avranno, con il tempo e le versioni, un notevole incremento.
Per l’Alfa Romeo fu il boom, la nascita di una grande industria automobilistica.

La produzione della Giulietta, nelle varie versioni, prosegue per 11 anni e per un totale di 177.513 esemplari.

 

SCHEDA TECNICA

Motore anteriore, longitudinale verticale, 4 cilindri in linea
Struttura monoblocco e testa smontabile in lega leggera
Cilindrata cc 1290
Alesaggio x corsa mm 74×75
Distribuzione 2 alberi a camme in testa con comando a doppia catena
Numero valvole 2 per cilindro
Rapporto di compressione 8,5:1
Alimentazione 1 carburatore doppio corpo
Accensione a spinterogeno
Raffreddamento a liquido
Lubrificazione a carter umido
Potenza massima 80 CV a 6300 giri/min
Coppia massima 11 kgm a 4000 giri/min
Trazione posteriore
Frizione anteriore, monodisco a secco
Cambio 4 marce + RM
Telaio scocca autoportante in acciaio
Sospensione anteriore ruote indipendenti, quadrilatero trasversale, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici, barra stabilizzatrice
Sospensione posteriore ponte rigido, triangolo superiore, puntoni longitudinali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici
Freni idraulici, a tamburo sulle 4 ruote
Sterzo vite e rullo
Serbatoio carburante capacità litri 53
Velocità massima km/h 165

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