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Fusione di Tesla con un’altra Casa: apertura di Musk

Elon ha aperto a possibili operazioni straordinarie per la Casa californiana

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Fusione di Tesla con un’altra Casa: apertura di Musk. L’imprenditore di origini sudafricane, amministratore delegato e maggior azionista della Casa californiana, si è mostrato disponibile a discutere di una fusione. Fra Tesla e un altro Costruttore. Lo ha fatto durante un evento virtuale della società editoriale tedesca Axel Springer.

Fusione di Tesla con un’altra Casa: no atti ostili

Musk dice che non farà atti ostili. Nessuna scalata azionaria. Nessuna incursione notturna per raccattare azioni. Non c’è intenzione di lanciare un’operazione di acquisizione ostile verso nessuno. E allora? “Se qualcuno ci dicesse che sarebbe una buona idea fondersi con la Tesla e fornisse buone ragioni per farlo, allora potremmo discuterne”, così chiosa Elon.

Ma perché si parla di un’acquisizione da parte di Tesla? Facile: ha superato a Wall Street i 530 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Trattasi di una super valutazione guadagnata nel tempo. Sarebbe una passeggiata di salute lanciare un’offerta pubblica d’acquisto su un concorrente qualsiasi, senza sforzi finanziari. Come uno scambio di azioni. La Tesla ha guadagnato in Borsa quasi il 600% da inizio anno. Elon è il secondo miliardario al mondo dietro a Jeff Bezos di Amazon.

Un bel paradosso, visto che, per l’azienda di Palo Alto, vendite, ricavi e utili sono enormemente inferiori alla concorrenza. Ma c’è la potenza finanziaria. Un po’ come le sue Tesla, che schizzano da zero a 100 km/h in un attimo grazie alle batterie.

Vantaggi per chi si allea con Tesla

Il plus dato da un’alleanza fra una Casa qualsiasi e Tesla sarebbe dato dal vantaggio competitivo accumulato dalla Casa di Elon negli ultimi anni sul fronte delle tecnologie per l’auto elettrica. Più la conoscenza in materia di guida autonoma.

Il futuro automotive passa anche per il sistema di guida automatizzata. Ecco perché Elon Musk punta sul Tesla Full Self Driving. Nel giro di due settimane, vuole estenderlo a più automobilisti. Per ora, la Casa ha rilasciato l’aggiornamento a una cerchia ristretta di clienti, iscritti a uno specifico programma per lo sviluppo del software negli Stati Uniti.

Che il Tesla Full Self Driving faccia presa lo dimostrano le testimonianze sui social da parte di chi può già usarlo. Per fortuna, non c’è nessuna violazione delle regole da parte degli utenti: devono esserci presenza fisica del conducente e una sua attenta supervisione. Il guidatore era e resta essenziale. Quel dispositivo va visto come un ausilio all’uomo, non come una tecnologia che sostituisce l’uomo. Necessita di un conducente umano attivo e presente in ogni momento, con la mano sul volante.

Quali le promesse del Tesla Full Self Driving? Effettuare manovre come cambi di corsia al di fuori delle autostrade, imboccare le biforcazioni suggerite dal sistema di navigazione. Non solo: aggirare correttamente ostacoli e altri veicoli, svoltare a sinistra e a destra. Tutte abilità che si sommano a quelle basiche.

Costa 8.600 euro. Né poco né troppo. Il prezzo lo fa il mercato. Siccome le Tesla stanno facendo boom nel mondo, è presumibile che quella funzione faccia gola agli utenti. Il piacere di possedere una tecnologia del futuro, l’emozione di essere pionieri nel mondo delle auto elettriche e automatizzate.

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