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Alfa Romeo Stelvio, la prova su strada: Cogito Ergo Suv

“Automobile: autoveicolo a quattro ruote con motore generalmente a scoppio, adibito al trasporto di un numero limitato di persone su strade ordinarie”. Siamo davanti alla nuova Alfa Romeo Stelvio e la definizione così sentenziosa del vocabolario inizia a traballare. L’“ordinario” ha lasciato il posto ad un veicolo capace di coniugare bellezza, prestazioni e piacere di guida che fa soffermare l’attenzione più sul viaggio che sulla meta. Dimenticate il mezzo che vi conduce dal punto A al punto B, per descriverlo servono molte più lettere dell’alfabeto. C, ad esempio, come il carbonio (fibra di carbonio, per la precisione) con cui è realizzato l’albero di trasmissione, D come divertimento al volante grazie ad uno sterzo leggero ma estremamente preciso, E come equilibrato per via della sua indole sportiveggiante che va di pari passo alla comodità garantita da un bagagliaio da ben 525 litri, F come “finalmente l’Alfa è tornata”.

Dopo anni in sordina, scelte azzardate e piani industriali alquanto opinabili, l’Alfa Romeo è riuscita a porre sul piatto una gamma di prodotti prelibati, di cui lo Stelvio è, forse, quello più riuscito. Se la Giulia ha fatto da spartiacque e fatto gridare al “miracolo”, il nuovo SUV del Biscione rassicura gli appassionati verso il nuovo trend del marchio: al piacere della novità è succeduto il piacere della conferma.

Il design lo abbiamo già imparato a conoscere con la berlina presentata il 24 giugno del 2015: linee tese che si uniscono a quelle più tondeggianti del frontale, su cui padroneggia l’emblematico e caratteristico tribolo. Gli interni sono un déjà vu della sorella Giulia, che uniscono l’eleganza alla sportività tramite scelte stilistiche minal che non cadono mai in soluzioni asettiche di stampo teutonico. Infatti, il paragone con i prodotti tedeschi leader del mercato risultata spontaneo ed immediato: possiamo sostenere, prendendo in prestito un concetto prettamente finanziario, che lo spread si sia notevolmente diminuito. O azzerato?

Il veicolo in prova ha il cambio automatico, il piede sinistro servirà solamente a tenere il tempo della canzone che viene passata in radio. Tranquilli, alla prima curva la spegnerete per apprezzare il rombo del duemila turbo benzina da 280 cavalli. La posizione di guida è più alta di 19 centimetri rispetto a quella della Giulia, così da avere una visione ampia e sovrastante della strada. Lo sterzo è estremamente morbido ma, al tempo stesso, estremamente preciso tanto da avere un rapporto di angolo di sterzata 12:1. Si riesce a districarsi facilmente nel traffico ed i 468 centimetri di lunghezza non si fanno sentire più di tanto. Le asperità del manto stradale vengono assorbite in modo ottimale nonostante i cerchi da 20 pollici del modello in prova.

La chiave di volta del lavoro degli ingegneri dell’Alfa Romeo è la soluzione ad uno dei problemi principali che affliggono i SUV: il rollio. In Alfa sono riusciti a superare il binomio auto alta – coricamento in curva, certificato dall’indice di rollio che è più basso della media non solo dei SUV concorrenti ma anche delle berline. L’auto è sempre stabile, precisa, ha un’indole sportiveggiante ma la caratteristica che sorprende è che la Stelvio ci porta ad adottare una andatura da crociera, non per forza da corsa. Sapore di Route 66, sapore di Springsteen alla radio, scelte che fanno l’occhiolino agli States, mercato che determinerà in buona parte il successo o meno di questo SUV Made in Italì.

Il navigatore non è all’altezza dei concorrenti, la cornice dello specchietto retrovisore è massiccia, le luci delle alette parasole non sono a LED, non è presente l’optional dei fari anteriori Full-LED, non vi è la compatibilità né con Android Auto né con Apple Car Play ma il punto è che non ne avrete bisogno.

Con la Stelvio il guidatore viene posto al centro di un veicolo dalla tecnica raffinata e pregiata, non è più soltanto l’utilizzatore passivo della tecnologia a bordo dalla dubbia utilità. Giudicate il nuovo modello dell’Alfa Romeo come automobile e non avrà rivali, giudicatelo alla stregua di un device e presenterà numerose falle. Il tutto può essere sintetizzato rubando una frase ad Einstein: “se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.

I prezzi? La First Edition – versione molto ben equipaggiata – con motore turbo benzina con 280 CV e 2.000 centimetri cubi di cilindrata costa poco più di 57.000€. La variante turbodiesel da 2.200 centimetri cubi e 210 cv ha un prezzo di 50.800€ nella versione Business, che salgono a 51.250€ per la Super e a 54.000€ per la Executive.

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