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Fiat Chrysler, Delrio risponde a Dobrindt: ‘niente ordini ad un paese sovrano’

Delrio Fiat Chrysler
Il Ministro dei Trasporti Delrio difende Fiat Chrysler: le emissioni sono regolari.

Continua la guerra tra Italia e Germania per il presunto dieselgate che avrebbe coinvolto Fiat Chrysler Automobiles. Il Ministro dei Trasporti italiano Graziano Delrio nelle scorse ore ha replicato al collega tedesco Alexander Dobrindt affermando che nessuno può dare ordini ad un altro stato sovrano come appunto è l’Italia. Questo in quanto il Ministro dei Trasporti tedesco aveva ‘ordinato’ ai colleghi italiani di intervenire e chiedere il ritiro dal mercato dei modelli incriminati: Fiat 500X, Doblò e Jeep Renegade. Mentre il KBA tedesco ritiene che le vetture in questione presentino delle anomalie che fanno ipotizzare che i loro livelli di emissioni siano al di sopra di quelli previsti dalla legge,  dai tecnici del Ministero dei Trasporti italiano non è stata riscontrata alcuna anomalia.

Fiat Chrysler prepara le sue contromosse

Nel frattempo in Italia la responsabile di Fiat Chrysler motori nell’Area Emea,  l’ingegnere Maria Grazia Lisbona, sta preparando il dossier con il quale il gruppo italo americano del numero uno Sergio Marchionne intende rispondere alle accuse facendo luce sugli aspetti più controversi relativi allo scandalo scoppiato che in Germania sta avendo molto risalto nei media. Si spera che con questa relazione si possano definitivamente soddisfare le richieste di spiegazioni da parte della Commissione europea che prima di esprimersi sulla vicenda chiede di sentire sulla vicenda anche quanto ha da dire l’azienda coinvolta.

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Fiat Chrysler
Fiat Chrysler: il gruppo italo americano di Sergio Marchionne vuole fare luce sulla vicenda e prepara le sue contromosse

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Nei prossimi giorni, se tutto va bene, la vicenda potrebbe giungere ad un momento importante, quando Fiat Chrysler avrà finalmente risposto alle accuse e la Commissione Europea potrà decidere se dare ragione al Ministro dei Trasporti tedesco oppure all’azienda di Sergio Marchionne e ai responsabili del Ministero dei Trasporti italiano che dicono che tutto è regolare nelle auto incriminate dai tedeschi.

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