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Dieselgate Volkswagen, risultati manipolati anche in Europa. Anche BMW potrebbe essere coinvolta

Continua ad espanderi il caso Dieselgate che vede protagonista negativa Volkswagen, che ricordiamo ha ammesso di aver realizzato un software installato nella centralina delle sue vetture con motori 1.6 e 2.0 TDi negli USA per alterare a suo favore i risultati dei test d’omologazione riducendo i valori di emissioni di CO2 e NOx. Da una parte, il CEO di Volkswagen Martin Winterkorn, che ha specificato di non essere a conoscenza di quanto accaduto, ha già rassegnatoo le sue dimissioni mentre il governo tedesco ha rivelato di essere stato informato che “anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati” Al momento però i dati sembrano essere piuttosto frammentari ed incompleti e sarà necessario attendere ulteriori sviluppi, magari in arrivo anche da altri stati europei e non solo dalla Germania, direttamente coinvolta in Volkswagen, per saperne di più.

backgroundNel frattempo però l’autorevole magazine tedesco Auto Bild tira in ballo anche BMW che potrebbe essere coinvolta in un Diesel-gate 2.0 che potrebbe vedere come protagonista il suv BMW X3 che, dopo alcuni test, presenterebbe valori di NOx superiori di undici volte rispetto ai valori di omologazione. Il motore utilizzato dal SUV della casa bavarese, un quattro cilindri turbodiesel, viene montato su numerosi altri modelli della gamma  BMW e, qualora questi test si rivelassero corretti, il numero di unità coinvolte potrebbe essere elevatissimo. BMW ha subito smentito questi risultati con una nota stampa in cui si dichiara che “Il gruppo BMW non manipola o trucca i test delle emissioni. Noi osserviamo i requisiti di legge in ogni Paese e adempiamo a tutti i test locali richiesti. In altre parole, i nostri sistemi di trattamento dei gas di scarico sono attivi sia sui banco di prova sia durante la guida su strada” La sensazione, per non dire il rischio, è che ci si possa trovare soltanto di fronte alla punta dell’iceberg e che i prossimi test che praticamente tutti gli stati hanno già annunciato (oltre all’Italia, la Francia e la Germania anche la Corea del Sud ed il Messico si stanno attivando in tal senso) potrebbero rivelare ancora più dettagli sulla situazione che potrebbe modificare radicalmente il mondo dei motori nel corso dei prossimi mesi.

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